In conformità al motto del nuovo duce: “Lo schifiltoso con i voti perde le elezioni”
Il PD di Renzi fa incetta di voltagabbana, ex berlusconiani e cuffariani

Dal nostro corrispondente della Sicilia
Si narra del disperato appello telefonico di un anziano militante della sezione del PD di Realmonte, in provincia di Agrigento, alla federazione regionale: “Fate qualcosa: i cuffariani si tesserano in massa con pacchetti di tessere e moduli fotocopiati. I compagni hanno paura e se ne vanno. Li abbiamo combattuti una vita. Ora vengono come padroni a casa nostra e dicono: 'noi non siamo cambiati, è il PD che con Renzi è cambiato'”.
E' quello che sta succedendo in Sicilia, secondo la strategia banditesca preparata a tavolino dai vertici romani del PD e dal comandante generale dei reparti d'assalto renziani di Sicilia, il sottosegretario Davide Faraone in vista del dopo Crocetta: aprire il partito completamente deideologizzato alle aree clientelari e filomafiose del “centro-destra”, legarle ai renziani per consolidare dentro il PD il potere del nuovo duce e la base elettorale su cui può contare in Sicilia.
Strategia che si sposa alla perfezione con il tentativo del galeotto Cuffaro di rientrare in politica dopo sette anni scontati per reati di mafia. Il suo milione e 800mila voti in Sicilia fanno gola a Renzi che, allievo di Berlusconi, non intende fare “lo schifiltoso con i voti”. Lo scandalo è scoppiato soltanto adesso che Cuffaro, uscito di galera, ha rilasciato un'intervista all'Huffington Post, definendo “naturale” l'ingresso dei suoi nel PD e sollevando imbarazzo e “reazioni” ipocrite e tardive in alcuni settori di vertice del partito. Ma, se vogliamo, Cuffaro ha ragione. L'arrivo in massa dei cuffariani nel partito è la “naturale” conclusione di una serie di scelte politiche dei vertici siciliani e nazionali del PD, che hanno di fatto progressivamente risollevato le sorti dell'ex-governatore. Che dire del sistematico riciclo di pezzi importanti della DC a sostegno degli antipopolari governi Crocetta, PD, e da ultimo, della nomina nel Crocetta quater di Luisa Lantieri, della segreteria di Cuffaro e braccio destro del boss democristiano? Del resto, in quasi quattro anni di governi Crocetta, è nota la transizione nel partito renziano o nei partiti satelliti all'Ars di ben 21 deputati di ogni partito del vecchio “centro-destra”, segno che il PD è molto appetibile ai settori della politica siciliana in odore di mafia.
Tra i vertici romani, è evidente l'imbarazzo per questo smascheramento ufficiale del PD e il vicesegretario del PD, Lorenzo Guerini, tenta una smentita: “Cuffaro stia sereno: il partito democratico non sta tesserando suoi uomini, dal momento che siamo un partito di centrosinistra”. Costui può negare quanto vuole, ma ci sono le testimonianze dei militanti della base del PD e i numeri. Che il patto tra i renziani e l'ex-governatore, reduce dalla detenzione per mafia, sia saldato lo dimostra inconfutabilmente il boom di tesseramenti per il PD in tutta l'isola. In un momento in cui il partito era in profonda crisi di adesioni, dopo le scelte del neofascita Renzi, si registrano aumenti insperati: il 40% in più di adesioni nel solo capoluogo regionale: da 6 a 10 mila iscritti.
La strategia del riassorbimento nel PD delle aree di destra filomafiose in cerca di spazi e rappresentatività non riguarda solo i cuffariani, ma un ventaglio ben più ampio di voltagabbana, tra cui diversi ex-berlusconiani ed ex-lombardiani.
A Ragusa l'ex-sindaco di Forza Italia Antonello Dipasquale ha portato al PD 200 tessere di ex-forzisti. Crocetta è stato l'artefice del riavvicinamento al PD di ampi settori delle clientele MPA dell'altro ex-governatore con problemi di mafia, Raffaele Lombardo. Nella provincia di Catania sono stati molto attivi nel tesseramento i parlamentari regionali del movimento politico Articolo 4, che il defunto ex-dc Lino Leanza creò per sostenere Crocetta.
A Trapani a gestire i tesseramenti al partito è ora l'ex-deputato regionale dell'UDC, Paolo Ruggirello, politicante clientelare accolto a braccia aperte da Guerini e Faraone nel partito di Renzi: le sue 6.639 tessere non puzzano certo per i renziani.
E' questo il mondo della politica borghese e clientelare siciliana in fibrillazione mentre all'orizzonte si profilano elezioni regionali. Inutile dire che neanche lontanamente questi sciacalli del PD e loro compari filomafiosi si pongono la questione della soluzione dei problemi delle masse popolari siciliane, che subiscono i record della disoccupazione, soprattutto giovanile e della miseria. Anzi propongono alleanze e cooptazioni proprio di quei politicanti borghesi che le masse popolari, la storia e la giustizia, benché borghese, hanno già marchiato e condannato come impresentabili.
La base elettorale del PD siciliano, fatta di sinceri democratici e antimafiosi che hanno a cuore le sorti della Sicilia, deve ribellarsi alla mostruosa metamorfosi del PD, abbandonando in massa questo partito neofascista e filomafioso e considerando l'adesione o l'appoggio all'unico Partito autenticamente di sinistra in Italia, il PMLI.
Noi siamo certi che le masse popolari siciliane, che hanno cacciato a pedate Cuffaro, hanno compreso il gioco sporco di Renzi, Crocetta, Faraone. Che esse abbandonino ogni illusione elettorale, parlamentare, governativa, riformista, costituzionale e pacifista e disertino le urne o annullino la scheda o la lascino in bianco alle prossime elezioni, considerando questa scelta astensionista come un voto dato al socialismo e al PMLI.
 

17 febbraio 2016